mercoledì 12 febbraio 2014

MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA in stan-bay

visto il poco tempo a mia  disposizione, 
purtroppo per ora ho deciso di non proseguire con questo blog

posterò notizie relative alla Mole Antonelliana 
e cosa capita in Torino
sul mio blog principale 
http://nonnanna-linventafavole.blogspot.it/
dove potrete anche leggere favole inedite per bambini 
(o chi vuol sentirsi tale anche solo per un momento) 
e vedere cosa faccio divertendomi con i nipotini 
riciclando, riusando, creando o 
pasticciando in cucina e... tanto altro.

Tante serene e gioiose giornate a tutti e..
spero di leggervi tra chi passa a trovarmi.

venerdì 26 febbraio 2010

Cos'è il Museo Nazionale del Cinema di Torino

È un museo eppure non è un museo. Quantomeno, non lo è nel senso tradizionale del termine.
Chi ha già avuto occasione di visitarlo, capirà quello che voglio dire. Chi invece si appresta a farlo, rimarrà sorpreso,
come ci sono rimasta io, nello scoprire un luogo speciale e unico nel suo genere.
Sapevo che è tra i più importanti al
mondo per la ricchezza del patrimonio e per la molteplicità delle sue attività scientifiche e divulgative.
Mi avevano detto che si potevano ammirare diverse collezioni dedicate alla storia del cinema con informazioni e materiali che vanno dal Settecento all'Ottocento: bellissime e suggestive lanterne magiche, vedute ottiche e diversi modelli di scatole ottiche, ed ancora materiale raro e di grande valore non solo storico sui primi esperimenti dedicati al movimento che parlano e fanno restare vivi i ricordi di tutto ciò che venne e anticipò il cinema di oggi.
Inoltre tutti gli spettacoli cinematografici, del cinema muto fino ai giorni nostri, sono documentati da una straordinaria raccolta di manifesti, locandine e materiale vario
.
Ma ciò che lo rende davvero unico è la peculiarità del suo allestimento espositivo.
Negli ambienti della Mole Antonelliana, all'interno della quale è ospitato, lo scenografo svizzero François Confino ha lavorato d’ingegno e fantasia, moltiplicando i percorsi di visita per dare vita a una presentazione spettacolare, che investe il visitatore di continui e inattesi stimoli visivi e uditivi, proprio come capita quando si assiste alla proiezione di un film capace di coinvolgere ed emozionare.

ecco alcune foto per stuzzicare la vostra curiosità












Il Museo che è più di un museo riesce a far sì che chi vi entra non è solo più un visitatore, ma anche
un esploratore, un autore, un attore, uno spettatore…

sventagliata di foto con alcuni esempi
per sollecitare la vostra fantasia



Il Museo Nazionale del Cinema di Torino è veramente da non perdere...
sia per chi ama il cinema e vuole conoscerlo meglio,
ma anche per tutti quelli che vogliono avvicinarsi ad esso.

Io l'ho visitato e posso garantire che è uno “strumento” davvero molto utile e interessante, ideale anche per le scolaresche, poiché i giovani possono studiare e toccare con mano il mondo dei loro eroi e beniamini.

Il Museo vi regalerà l’emozione di un’esperienza che sono sicura sarà per voi indimenticabile... come lo è stato per me
.

sabato 10 gennaio 2009

Fondazione Maria Adriana Prolo



In pieno centro di Torino, andando da Piazza Castello a Piazza Vittorio Veneto (chiamata da tutti semplicemente Piazza Vittorio), percorrendo via Po ad un certo punto, sulla sinistra, si incontra via Montebello, la via che, conduce alla MOLE ANTONELLIANA; una posizione molto bella che vale la pena di andare a verificare di persona.
In questo tratto della via Montebello, che è isola pedonale, ci sono panchine, grandi fioriere, che costeggiano i due lati della strada dove si trovano terrazze di caffè e dove tira sempre un'arietta piacevolissima; quando fa caldo, proprio per questa caratteristica, le persone cercano refrigerio in questo angolo della città che ha qualcosa in comune con certi angoli di Parigi.
Nella Mole, sede un tempo del MUSEO del RISORGIMENTO NAZIONALE e poi di mostre
temporanee, nel maggio del 1996, per volontà della Città di Torino, è stato avviato un cantiere di recupero funzionale e di restauro dell'edificio, diretto dal direttore artistico François Confino, già ideatore della famosa mostra parigina "Cité-Cine". Dopo sei anni di lavori, il giovane architetto Gianfranco Gritella, insieme ad Antes Bortolotti, ha ridato vita al tempio mai divenuto tale. Ma proprio da questo presupposto è partito lo studio e l’opera del giovane e creativo Gritella, che ha ricevuto il testimone e l’entusiasmo tenace di Antonelli, secondo cui "le opere devono diventare tali anche se cambia la destinazione".
La Mole Antonelliana, monumento simbolo della città di Torino, diventata la nuova sede del MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA, è oggi destinata ad essere una sorta di grande tempio pagano dedicato alla settima arte.
Confino ha creato per i visitatori della mostra un vero e proprio percorso che li accompagna idealmente in tutte le fasi della realizzazione di un film e che culmina, nel suo momento espressivamente più alto, in una proiezione sugli schermi giganti situati nell’Aula del Tempio.

Il nucleo delle collezioni (grazie al lavoro della storica e collezionista Maria Adriana Prolo) ospita macchine ottiche pre-cinematografiche (lanterne magiche), attrezzature cinematografiche antiche e moderne, pezzi provenienti dai set dei primi film italiani ed altri cimeli nazionali e internazionali . Il museo conserva un'imponente collezione di manifesti cinematografici, una collezione di pellicole ed una biblioteca, in costante ampliamento: comprende attualmente 20.000 apparecchi, dipinti e stampe, oltre 80.000 documenti fotografici, oltre 300.000 manifesti, 12.000 film e 26.000 volumi.

Lungo il percorso espositivo di 3200 metri quadrati distribuiti su cinque piani si visitano alcuni spazi dedicati alle figure principali che contribuiscono a realizzare un film.
Nella sala principale, costruita nella sala del tempio della Mole, una serie di cappelle è dedicata a vari generi cinematografici.

Il Museo Nazionale del Cinema ospita numerosi festival, il più importante e prestigioso dei quali è il TORINO FILM FESTIVAL.
Una sala cinematografica poco lontana dal museo, all'interno del cinema Massimo, è riservata esclusivamente alle retrospettive e alle altre attività del museo.


Attualmente, quando ci si va alla MOLE ANTONELLIANA, si hanno due possibilità: visitare il museo e salire con l'ascensore panoramico (inaugurato nel 2000) che effettua la sua corsa in 59 secondi, in una sola campata a cielo aperto senza piani intermedi. L'ascensore con le pareti di cristallo trasparente porta dai 10 metri della quota di parttenza agli 85 metri del "tempietto" dal quale si può vedere il panorama della città. Durante la salita si può ossservare l'interno dell'edificio da una prospettiva davvero interessante.
Si tratta del museo con la maggiore estensione in altezza del mondo.


Con una cifra modica si può passare qualche ora piacevolissima in cui cultura e soddisfacimento del gusto estetico si compenetrano.

Per ogni informazione relative ai dettagli dei prezzi o orari
http://www.museonazionaledelcinema.it/orari.php

info@museocinema.it

Storia del Museo

(da Wikipedia, l'enciclopedia libera)


Il primo progetto di costituire un museo italiano del cinema risale al giugno 1941, quando la studiosa di storia e di cinema Maria Adriana Prolo cominciò a realizzare questa idea, sotto i buoni auspici del regime fascista, che si era già reso artefice della realizzazione del centro romano di Cinecittà, e con il sostegno artistico di alcuni pionieri del cinema, che quarant'anni prima avevano creato l'industria cinematografica italiana. I primi contributi finanziari di enti e industrie permisero l'acquisto di cimeli e documenti della storia del cinema italiano.
Questo materiale venne inizialmente immagazzinato in una sala della Mole Antonelliana concessa dal Comune di Torino (curiosamente la stessa sede che ospiterà, sessant'anni dopo, la sede definitiva del museo).
Gli sforzi per dare vita al museo ripresero dopo la fine della guerra: nel 1946 fu organizzata una mostra retrospettiva nella galleria sotterranea di via Roma, nel 1950 e nel 1951 ebbero luogo altre mostre temporanee, nel 1952 il costituendo museo partecipò ad una delle prime trasmissioni televisive sperimentali fornendo materiali e consulenze.
Queste attività stimolarono l'interesse del pubblico e degli studiosi sulla collezione di cimeli, che però non riusciva a trovare una esposizione permanente.
L'idea di insediare il museo all'interno della Mole Antonelliana sfumò a causa del "tornado" del 1953 che danneggiò gravemente l'edificio, e nello stesso anno arrivò a Torino Henri Langlois, fondatore della Cinématheque Française e del Musée du Cinéma di Parigi, il quale incontrò giornalisti e consiglieri comunali e li persuase della necessità di dare una sistemazione adeguata al patrimonio raccolto dalla professoressa Prolo.
Il 7 luglio 1953 si costituì ufficialmente l'Associazione Museo del Cinema, che aveva tra i soci fondatori il regista Giovanni Pastrone (più noto ai tempi del cinema muto con il nome di Piero Fosco), lo sceneggiatore Augusto Ferraris (nome d'arte Arrigo Frusta), lo scrittore e critico cinematografico Mario Gromo, l'architetto Leonardo Mosso, Carlo Giacheri e il giornalista Bruno Ventavoli. Direttrice a vita del Museo fu nominata Adriana Prolo. Finalmente vennero trovati i locali adatti in un'ala di Palazzo Chiablese: la mostra dei cimeli fu allestita al piano terreno, mentre una sala era adibita a locale di proiezione; la cineteca e la biblioteca furono collocati al piano superiore.
Il museo fu inaugurato il 27 settembre 1958, diventò membro dell'Associazione Nazionale dei Musei italiani nel 1959 e fu riconosciuto tra i musei medi dello Stato nel 1960.
Alcune delle manifestazioni più importanti organizzate dal museo nella sua storia comprendono la "Mostra della caricatura nella fotografia e nel cinema dal 1839 al 1939" nel 1960, la "Mostra della Stereoscopia" nel 1966, una rassegna del cinema muto italiano in collaborazione con l'Istituto di Storia del Cinema e dello Spettacolo dell'Università di Torino nel 1973, la "Mostra dei manifesti del cinema muto italiano" nel 1974.
Nel 1975 si tenne a Torino il trentunesimo congresso della FIAF (Fédération Internationale des Archives du Film), che comprendeva anche un convegno su Giovanni Pastrone e David W. Griffith. Il museo fu chiuso al pubblico per ragioni di sicurezza nel 1983, alcuni mesi dopo l'incendio del cinema Statuto.
Nel 1991 Maria Adriana Prolo morì, poco tempo dopo aver assistito all'inaugurazione delle nuove sale cinematografiche del museo presso il Cinema Massimo.
Nel 1992 il museo divenne fondazione e prese il suo nome, grazie al sostegno dell'Associazione Museo Nazionale del Cinema, degli enti locali e della Cassa di Risparmio di Torino.
Nel luglio 2000 venne inaugurata la nuova sede del museo, all'interno della Mole Antonelliana, su progetto dell'architetto Gianfranco Gritella e l'allestimento dell'architetto svizzero François Confino.
In breve tempo il museo del cinema diventò il più visitato dei molti musei di Torino e uno dei più visitati d'Italia, con oltre due milioni di visitatori nei primi cinque anni e mezzo di attività (2000-2005).
Nel 2004 il regista Davide Ferrario ha ambientato qui il film "Dopo mezzanotte" facendo conoscere il museo al grande pubblico.
In occasione dei XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006 l'allestimento è stato rinnovato con nuove postazioni multimediali e interattive, tre nuovi ambienti dedicati al western, al musical e alla fantascienza, e un restauro del film Cabiria di Giovanni Pastrone.

Omaggio al grande regista Francesco Rosi

“Uomini contro. Il cinema di Francesco Rosi“

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino rende omaggio ad uno dei nostri più grandi maestri del cinema contemporaneo: Francesco Rosi.
L'autore de "Salvatore Giuliano", "Cristo si è fermato a Eboli", "Lucky Luciano", "Cadaveri eccellenti", "Le mani sulla città", "Cronaca di una morte annunciata" e "La tregua", verrà ricordato con una mostra fotografica, una retrospettiva completa, un libro ed uno spettacolo teatrale, in collaborazione con il Teatro Stabile di Torino.
Il tutto si svolgerà al Museo del Cinema, nella Mole Antonelliana e all’adiacente cinema Massimo, dal 16 dicembre al 15 febbraio.
In occasione dell'omaggio il Museo ha pubblicato per la prima volta in italiano (e in una versione ampiamente rinnovata) un testo fondamentale sull'opera di Rosi, "Dossier Rosi" di Michel Ciment, edito da Il Castoro.
Il 15 dicembre, presso il Museo Nazionale del Cinema, Francesco Rosi ha incontrato la stampa per presentare l'iniziativa dal titolo “Uomini contro. Il cinema di Francesco Rosi“. In quest'occasione ha spiegato l'importanza del suo archivio, di grande valore storico, donato interamente al Museo perché venga reso accessibile al pubblico e quindi possa continuare a vivere.
La mostra fotografica proseguirà sino al 15 febbraio: 130 immagini selezionate dalla ricchissima collezione personale del cineasta, alcune poste nell'Aula del Tempio altre sulla cancellata esterna della Mole Antonelliana.
Prenderà il via mercoledì 14 gennaio la seconda parte dell'omaggio che il Museo Nazionale del Cinema ha organizzato per il regista Francesco Rosi: nella sala 3 del cinema Massimo inizierà la retrospettiva completa dei suoi film, alcuni dei quali restaurati per l'occasione.

Torino Film Festival da Moretti ad Amelio

Il Museo Nazionale del Cinema ospita numerosi festival, il più importante e prestigioso dei quali è il TORINO FILM FESTIVAL, con la sua sezione principale dedicata alla ricerca e alla scoperta dei nuovi autori del cinema contemporaneo in un Concorso internazionale di lungometraggi.
Fuori concorso la sezione si propone come sintesi degli spunti cinematografici più significativi dell’anno. Senza preclusioni né verso il cinema spettacolare né verso la ricerca rigorosa, e con un’attenzione costante e particolare al lavoro più recente dei registi che sono stati importanti nella storia del Festival e, in generale, del cinema indipendente di ogni paese

Il primo Torino Film Festival Giovani fu diretto da Gianarelli e Rondolino nell'autunno del 1982.
Rondolino continuò ad occuparsi del TFF dal 1984 al 1988 e poi passò il testimone a Barbera che se ne occupò sino al 1998.
Dal 1999 al 2002 la direzione passò a Della Casa;
D'Agnolo Vallan e Turigliatto proseguirono l'opera dal 2003 al 2006.
Nel 2007 Nanni Moretti prende la direzione del 25° TFF.

Nanni Moretti passa il testimone a Gianni Amelio

Nonostante il clamoroso successo di un Festival che è già arrivato alla sua ventiseiesima edizione e l’esplosione mediatica che ha avuto in questi due anni il regista romano è dovuto tornare ai suoi impegni cinematografici. Moretti, consapevole di aver dato una sferzata a questo festival, contribuendo al consolidamento della sua immagine, è anche convinto che questo progetto avrà la possibilità di continuare a macinare successi e onorificenze, anche senza di lui perchè, a fare un festival, non è solo il direttore creativo ma sono tutte le persone, collaboratori, volontari, maestranze che partecipano al successo di un prodotto culturale di questa portata.
Moretti si augura che la manifestazione tenga fede all’impegno di unicità e di alto contenuto culturale a cui ha abituato il suo pubblico, fucina del buon cinema indipendente.

A soli quattro giorni di distanza delle dimissioni di Moretti il regista Gianni Amelio ha accettato l’invito ad assumere la Direzione del Torino Film Festival. La candidatura di Amelio si è imposta per l’indiscutibile valore e prestigio internazionale del regista, più volte premiato con le massime onorificenze di settore, ma anche per le sue qualità di conoscitore del cinema contemporaneo e appassionato cinefilo.
La sua passione per il cinema e la curiosità intellettuale ne fanno uno spettatore onnivoro e preparatissimo, grande conoscitore della storia della settima arte ma anche attento osservatore dei cambiamenti che caratterizzano il cinema contemporaneo e la comparsa di nuovi autori.
Il suo legame con Torino risale ai tempi della lavorazione di "Così ridevano", interamente ambientato nella città della Fiat all'epoca della grande immigrazione dal Sud alla fine degli Anni Cinquanta. Un rapporto che si è consolidato in anni più recenti, in occasione della collaborazione istaurata con il Museo Nazionale del Cinema per la mostra "Lo schermo di carta. Storia e storie di cineromanzi" e la realizzazione dei film di montaggio "Ballabile in bianco e nero" e "Ballabile a colori", tuttora proiettati sui due grandi schermi all'interno della Mole Antonelliana.
Con la sua direzione, prosegue l'opera di consolidamento dell'immagine del Torino Film Festival avviata con generoso apporto di Nanni Moretti. Il contributo personale che Amelio saprà dare non mancherà di rafforzare l'impegno a sostegno del nuovo cinema e dei talenti emergenti, che costituisce la principale ragione d'essere della manifestazione.

CONTATTI
Torino Film Festival
Via Montebello 15
10124 TORINO (ITALY)
tel. +39 011 8138811
fax +39 011 8138890
info@torinofilmfest.org